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26-6-2011 Roma (RM) – Alla scoperta di The Wine Club al De…Gusto 2011

Dopo una mattina di mare ci sono un paio di degustazioni in programma e “De...Gusto 2011” è l’occasione giusta per conoscere The Wine Club, la terrazza Belvedere del Regina Hotel Baglioni su Via Veneto destinata da maggio ad eventi degustativi.

 

 

L’ambiente è elegante, a dire il vero non molto spazioso, concepito forse più per organizzare degustazioni guidate rispetto a dei banchi d’assaggio. Essendo “De…Gusto” una manifestazione riservata ai soli operatori del settore e distribuita su due giornate (ieri dalle 15 alle 22 di ieri e  oggi dalle 10.30 alle 22.00), la degustazione si svolge in modo tranquillo.

 

 

Veniamo accolti dall’organizzatore Roberto Coggiatti, titolare della RGS Consulting società di rappresentanze commerciali nel vasto mondo enogastronomico,  che ci presenta la carrellata dei prodotti presenti che andremo a degustare. Personaggio estroverso,  noto anche come voce di Capital Week End, trasmissione radiofonica della domenica mattina su Radio Capital dedicata anche al vino.

Iniziamo gli assaggi con Santi Dimitri, azienda agricola salentina presentata dal giovane figlio del titolare con il supporto della rappresentante amministrativa. Nasce subito un piccolo dibattito: la presentazione di troppi prodotti e a livello di marketing un’etichettatura diversa che non ne rende facilmente riconoscibile il brand. L’impressione è di inesperienza nonostante l’azienda sia del XVII secolo e dal 1996 attiva con il nuovo marchio. Ripeto molti i vini portati, alcuni di fascia molto bassa, ma riusciamo a scoprire un primitivo in purezza, lo Sharav, che si presenta interessante già al naso e molto intenso in fase gustativa.

 


Si passa poi alle Tenute di Marchesi Dè Cordano e qui conosciamo il socio enologo Vittorio Festa, che si dimostra fin da subito un gran appassionato e con molte idee per il futuro. L’obiettivo che si pone e di cui è convinto è quello di riuscire quanto prima a produrre vini riducendo drasticamente l’utilizzo dei solfiti. Memori dello scambio di post sul gruppo, gli chiedo subito del “Vino della mozzarella” e giustamente casca dalle nuvole. Gli spieghiamo che ci riferiamo alla Cococciola , peccato che non riesca a conquistarci risultando in fase gustativa piatto. Il suo vino che apprezziamo è il Trinità, un Montepulciano d’Abruzzo profondo, dai tannini giustamente equilibrati e da note piacevolmente speziate.


Al suo fianco abbiamo finalmente l’occasione di conoscere Fabio Albani, titolare di Afriwines e distributore dei vini sudafricani. Candidamente gli confidiamo di non essere particolarmente affascinati dai vini che importa, ma che in ogni caso suscitano l’interesse come “novità”. Onestamente li dichiara vini da grande distribuzione e spera che il mercato lo possa far sorridere. Questa è stata la volta di uno Shiraz Belbon Hills e successivamente di un passito della stessa cantina.


Preferiamo tralasciare il giudizio sui vini dell’azienda piemontese Adriano il cui Moscato non presentabile sarà difficile da dimenticare.
Della più nota tra le cantine presenti, le Tenute Tomasella, assaggiamo Le bastìe un Merlot dalla piacevole beva  dove gli undici mesi di barriques si sentono tutti e  il Chinomoro, una variante del Merlot  impreziosito da essenze digestive.


Per concludere conosciamo uno dei tre fratelli Botti, da cui nel 2003 è nata l’azienda Trebotti. Obiettivo dichiarato è quella di esssere un’azienda al 100% biologica, producendo vino di qualità rispettando assolutamente l’ambiente. Non ci hanno soddisfatto i rossi, né il Castiglionero violone in purezza, né tantomeno il Tusco un IGT di Sangiovese e Violone. Nota positiva di chiusura invece per il bianco Incanthus, un Orvieto Doc prodotto con Grechetto, Malvasia ed altre varietà autoctone.

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