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24-3-2012 Cerea (VR) - Tappa 1: ViniVeri 2012


In fase di programmazione della trasferta veronese, non volendo rinunciare a niente, con l’amico Claudio Cavo si è deciso di dedicare il sabato e il lunedì ai due eventi dedicati ai cosiddetti vini “naturali”. Dopo che la sera precedente eravamo già sistemati e ambientati in quel di Verona, la mattina presto impostiamo il navigatore in direzione Cerea.
Arrivati all’AreaExp, sembra non sia arrivato nessuno, vedendo strutture vuote ed il nulla. Dobbiamo girare intorno ad esse per trovare il padiglione dove stanno arrivando i produttori. La location appare essenziale, spaziosa e ben organizzata.

Il tempo di presentarci e notiamo un banco già ben allestito ed invitante. Inconfondibile Gregorio Rotolo di Valle Scannese che alle nove e mezza di mattina è già pronto a deliziarci con la sua gamma d’incredibili prodotti: pecorini, caciocavalli etc per un tripudio di odori e sapori. In questa occasione a farci sognare è il suo prosciutto di pecora, un coscio con lo stinco stagionato, aromatizzato con erbe aromatiche e peperoncino. 

Nel primo giro degustiamo gli adiacenti vini francesi tra i quali emergeranno un facile, fresco “le blanc” di Le Loup Blanc e la giovane gamma dei vini di Chapuis & Chapuis presentati da uno dei due fratelli Chapuis, l’enologo Romain. 


In fondo ai vini francesi conosciamo Nicola Finotto di “I am wine”, ragazzo sempre alla ricerca di produtottori per ascoltare il loro legame con la natura facendo conoscere a tutti i loro prodotti. In quest’occasione porta dei vini georgiani vinificati nel Qvevri, anfore di terracotta interrate, un antico  metodo per fermentare e affinare il vino. Difficili da giudicare, interessanti, con l’impressione di bere qualcosa per noi diverso.  
L’incontro che si rivelerà maggiormente interessante è quello con Fulvio Bressan e la moglie Jelena. Non solo per il buon Verduzzo Friulano o per l’ottimo Pinot Grigio, ma soprattutto per lo scoop storico riguardo un produttore di successo. La nostra curiosità viene soddisfatta, ma preferiamo tralasciare per evitare casi diplomatici.
Per concludere il giro dei bianchi non ci resta che assaggiare gli sloveni. Non restiamo ammaliati dai vini di Cotar, mentre apprezziamo tutta la linea di Klinec, dalla Ribolla al Tokaj risulta un bel bere. 


Una pausa ristoro acquistando un piatto di salumi e formaggi dall’azienda La Casara, salutiamo gli amici Andrea Petrini e Stefania De Carlo Percorsi di Vino-Slow Food Roma, Fabio Cagnetti-Il PostVino e l’agronomo/enologo Giacomo Mela presentatoci da Claudio.


Mentre quest’ultimo si diverte nel provocare ironicamente i produttori sull’abusato termine “naturale”, noi cerchiamo di capire da loro perché si trovano in questa piuttosto che in un'altra manifestazione.  L’impressione è che sia difficile da spiegare quando, ad esclusione dei presidenti che “sembrano combattere guerre di religione”, ogni singolo produttore cerca invece di barcamenarsi per vendere il proprio vino fatto possibilmente buono e sano.
Sempre Giacomo Mela, apprezzando Biancospino un vino di Campi di Fonterenza, si lascia sfuggire che sedici euro gli sembrano veramente troppi. Ciò suscita la reazione orgogliosa della titolare Francesca Padovani facendocela apprezzare ancor di più.
I vini Cappellano Dr. Giuseppe non pensiamo abbiano bisogno di presentazioni, i suoi Barolo ancora giovani, ma già così caldi e complessi. Il più richiesto è il suo Barolo Chinato, un’emozione averlo in bocca per la sua piacevole ed incontrollata persistenza. Quasi uno spreco considerando l’assalto ad un vino per definizione da meditazione.

Dobbiamo farci spazio tra la folla per riuscire a raggiungere Rinaldi, dove troviamo spazio per la salutare la figlia Marta conosciuta durante Vignaioli di Langa. Assaggiamo un vino pronto come il Nebbiolo 2010 e un grande Barolo Ravera 2008 che speriamo aver la possibilità di riprovare tra qualche anno con la sua potenzialità al culmine.

Alle spalle l’atteso Panevino risulta assente, per cui ci possiamo dirigere direttamente dall’amico Roberto Bianchi di Val delle Corti, con cui vivremo il momento più conviviale della giornata. A parte la sua simpatia e i vini che nel contesto meglio rappresentano il nostro ideale, Roberto sul suo banco fa trovare del buon formaggio, ma soprattutto una strepitosa soppressata toscana talmente buona da rischiare di distrarre gli avventori dalla degustazione. L’abbinamento risulta perfetto nel momento in cui degustiamo prima il 2008 e poi la riserva del 2007. Si potrebbe chiudere qui!
Non sarà così perché nell’ultimo giro non rimaniamo insensibili alla sorridente Daria Lantieri, trasferitasi a Milano, ma palermitana di origine. Ci farà conoscere l’azienda Punta dell’Ufala gestita dalla madre Paola Lantieri che da Palermo si sposta sull’isola di Vulcano per produrre un passito di Malvasia incantevole. Primi ad entrare ed ultimi ad uscire, ce ne ritorniamo a Verona felici e beati.

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